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Uno Schema per la Formazione di Animatori, Team e Docenti: il Modello 3 S (Strategico, Sistemico, Situato)

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Abstract: Il contributo parte dall’analisi dell’attuale panorama di formazione messo in campo dal Miur per il Pnsd. Rileva poi un certo grado di caos nella attuale e prossima strutturazione dei percorsi formativi presso scuole polo e snodi. Individua strategie di miglioramento che possano uniformare i percorsi di formazione docente su scala nazione. Propone un modello di formazione denominato “3 S” (Strategico, Sistemico, Situato). In base a questo modello la formazione degli Animatori dovrebbe avere un impianto Strategico, mirare cioè al lungo periodo; quella del Team un approccio Sistemico, utile all’implementazione di determinate strategie e tecnologie all’interno della singola scuola; quella del restante corpo docente un impulso Situato, capace di intervenire sulle singole e specifiche esigenze della stragrande maggioranza del corpo docente italiano. Infine si discutono punti di forza e debolezza del “Modello 3 S”

Introduzione

Uno dei meriti del Piano Nazionale Scuola Digitale è stato quello di aver dato nuovo impulso alla Formazione Docenti. Già tuttavia nella legge 107 (cosiddetta “Buona Scuola), la formazione viene definita come “obbligatoria, permanente e strutturale” (art. 1 comma 124). A questo stimolo ha fatto seguito una serie di azioni importanti, tra tutte l’istituzione della figura dell'”Animatore Digitale” e del “Team per l’Innovazione”; tali figure verranno formate già a partire da quest’anno scolastico e per tutto il 2016-17. Ecco dunque che si arriva al punto nodale: chi si occupa di questa formazione? La risposta è semplice: le scuole “polo”, che hanno presentato e vinto un bando per divenire sede di riferimento per la formazione, e gli “snodi formativi”, vale a dire ulteriori scuole che avranno, di fatto, il medesimo compito. A questa fase la differenziazione sul piano formativo all’interno del territorio nazionale è massima; alcune scuole, ad esempio, hanno presentato progetti per la formazione degli Animatori Digitali legati alla “robotica”, altre all’ “open source”, alcune hanno strutturato azioni sul “montaggio audio-video”. Senza entrare nel merito delle scelte dei singoli “poli” e “snodi” formativi, non si può non rilevare un certo caos nel panorama formativo. L’impressione, ricavata dall’osservazione di molteplici scenari, è che molte scuole abbiano proposto una formazione da svolgersi con le risorse interne la scuola medesima, senza curarsi, o curando ben poco, la prospettiva “strategica” della figura dell’Animatore Digitale. Altri istituti, invece, hanno mostrato un’ottima lungimiranza, proponendo percorsi formativi forti, dotati di un certo spessore pedagogico e di una capacità di “vision” sul lungo periodo.

L’attuale Scenario

In generale, tuttavia, molti docenti in formazione (che siano Animatori o Team poco cambia) stanno avendo l’impressione di ricevere una formazione che insegue, troppo spesso, le mode del momento, specie in ambiti come “robotica”, “scratch”, “stampa 3d” (qualche anno fa avremmo parlato di “tablet”, poi “notebook”, poi “lim”…) e allo stesso tempo si avverte una certa mancanza di “regia” nell’implementazione dei percorsi formativi. Non sono pochi, del resto, i casi di docenti che scelgono di seguire una formazione in scuole “polo” anche molto lontane dalle loro sedi di servizio, pur di fruire di percorsi di qualità che risultino realmente formativi. Non tutti gli insegnanti però possono permettersi di formarsi in sedi tanto distanti, col risultato che rinunciano alla formazione oppure si ritrovano a seguire argomenti a loro già noti. Come dunque uscire da questo caos? Una proposta potrebbe essere il modello 3 S: Strategico, Sistemico, Situato.

La premessa metodologica

La premessa a tale metodo è la seguente: per chi scrive sarebbe “fondamentale” che a livello ministeriale si dessero linee guida piuttosto rigide all’interno delle quali incanalare la formazione a più livelli, in particolare per: Animatori Digitali, Team Innovazione, Docenti. Non credo, infatti, che l’estrema libertà dei “poli” assicuri in sè la qualità della formazione; ovviamente nemmeno il “centralismo” è garanzia di efficacia, tuttavia in questa fase particolarmente convulsa potrebbe risultare quanto meno segno di “visione di lungo periodo” da parte del Miur, il quale, a mio avviso, al momento nella formazione sta navigando a vista.

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Il Modello 3 S

Cosa si intende per “Modello 3 S”? Si intende un approccio che, a cerchi concentrici, concepisca la formazione su tre livelli:

  1. Livello Strategico: una formazione connessa alla visione su lungo periodo che un Animatore Digitale dovrebbe avere (non a caso resta in carica per 3 anni). A questo livello vengono poste le basi per una strategia di lungo corso che identifichi in modo univoco un istituto rispetto ad un altro. Una scelta strategica, ad esempio, potrebbe essere quella di puntare alla dematerializzazione, oppure, in ambito più pedagogico, alla “didattica per competenze” oppure ad una maggiore coesione “scuola-territorio”. Tale livello pertiene, a mio avviso, alla funzione in particolare dell’Animatore Digitale, e si declina su tre aspetti: Formazione Interna, Coinvolgimento Comunità Scolastica, Soluzioni Innovative.
  2. Livello Sistemico: questa formazione ha come target la scuola nel suo insieme intesa appunto come “sistema”, “organismo”. In questo frangente si entra nel merito di scelte anche pratiche e/o tecnologiche, si punta a traguardi misurabili anche nel breve periodo, in altre parole si trasforma la visione dell’Animatore in Azioni Concrete. Un esempio potrebbe essere la creazione di repository di Oer (Open Education Resources) interni alla scuola; altro esempio potrebbe essere l’erogazione di moduli in Clil oppure l’implementazione di una piattaforma didattica piuttosto che un’altra. A livello sistemico si interviene in modo pragmatico sulle scelte della scuola non solo in termini di PTOF, ma anche in materia di acquisti e dotazione informatica. Se il livello “strategico” vedeva la scuola dall’alto, come elemento in un ecosistema di elementi, il livello “sistemico” entra nell’organismo e si preoccupa di attuare scelte concrete e misurabili. Il soggetto che più di tutti dovrebbe intestarsi l’implementazione del livello “sistemico” è a mio parere il Team per l’Innovazione che, più e meglio dell’Animatore, è a costante contatto col corpo docente.
  3. Livello Situato: questa formazione è tra tutte la più pratica e granulare, mira a formare docenti ed alunni all’uso quotidiano delle nuove pedagogie e tecnologie. In questo frangente ci si preoccupa di “portare e livello” tutti gli attori della comunità scolastica per assicurare il successo in termini di innovazione previsti dal livello strategico prima e sistemico poi. “Situare” la formazione significa, ad esempio, incoraggiare gli alunni ad effettuare ricerche online con criteri il più possibile oggettivi e critici; altresì permette di formare il corpo docente all’uso degli strumenti web based, estremamente utili in tempi di “nomadismo digitale”; altro esempio potrebbe essere quello di formare la comunità scolastica all’uso di dispositivi mobili per la didattica. Formazione “situata” non significa necessariamente “formazione al digitale”, potrebbe voler dire anche formazione alle “metodologie didattiche attive” come l’apprendimento cooperativo, tra pari, per problemi. In altre parole questo ambito non è sinonimo di “tecnologia” ma di “innovazione” sotto vari punti di vista. Il livello situato, tra tutti, è quello che entra più nel merito del funzionamento dei dispositivi pedagogici e tecnologici, e per “dispositivi” intendo anche gli approcci didattici non frontali.

Questo modello delle 3 S (Strategico, Sistemico, Situato) potrebbe essere anche un suggerimento per la prossima formazione che inizierà nei mesi di settembre e ottobre ad opera degli snodi formativi che, non a caso, dovranno formare: Animatori, Team, Docenti. Un esempio molto sintetico di possibili setting formativi potrebbe essere il seguente:

Esempi di Implementazione del Modello 3 S

-Livello Strategico. Formazione Animatori Digitali

Argomenti: Opportunità e Rischi della Didattica 2.0; Didattica per Competenze; Valutazione Autentica; Benessere degli Studenti; Coinvolgimento della Comunità Scolastica (alunni, docenti, genitori); Interazione Didattica Scuola e Territorio.

-Livello Sistemico. Formazione Team Innovazione

Argomenti: Creazione di Oer; Implementazione tecnologica del Clil; Piattaforme didattiche e di comunicazione; Uso della tecnologia come strumento di Inclusione; Nuove Policies per l’uso di strumenti mobili personali; Documentazione informatica di attività didattiche; Potenziamento del Cloud Interno; Metodologie Didattiche Attive.

-Livello Situato. Formazione Docenti

Argomenti: Tools online per la creazione di Ebook; L’Etwinning; Strumenti Informatici per Inclusione; Uso delle Google Apps (o equivalenti) nella Didattica d’aula; Strumenti per la Classe Capovolta; Cooperative Learning; Apprendimento per Problemi (Pbl); Apprendimento e Mappe Concettuali online; Documentazione del lavoro d’aula con WordPress (o equivalenti)

Punti di Forza e Debolezza del Modello 3 S

Ovviamente questo non è che uno dei tanti modelli possibili, tuttavia potrebbe avere i seguenti punti di forza:

  • Offre una formazione su vasta scala (nazionale) basata su nuclei concettuali comuni (desunti dal PNSD)
  • Rende omogenea la formazione specie per i docenti che nei prossimi anni cambieranno scuola
  • Risulta misurabile all’interno e soprattutto all’esterno di una singola scuola (cosa accadrebbe, ad esempio, ad un Animatore Digitale che viene formato per 20h sul “montaggio audio e video” nell’ipotesi in cui si trovi in una scuola non dotata di una strumentazione idonea allo scopo?)
  • Risulta trasferibile (entro certi limiti naturalmente) poichè quei docenti che hanno fruito della formazione “sistemica” (Team Innovazione) potrebbero a loro volta fare formazione sui loro colleghi
  • Favorisce la trasparenza nel reperimento dei Formatori, aspetto piuttosto opaco nella attuale situazione formativa che, inutile dirlo, soffre di una certa fretta dovuta a tempi sin troppo stretti concessi dal Miur per una serie progettazione degli interventi formativi.

Naturalmente, per onestà intellettuale, occorre segnalare anche i punti di debolezza che presenta tale modello, ad esempio:

  • centralismo; è un modello che prevede, a livello ministeriale, la scelta di una serie di argomenti sui cui innestare la formazione, tali argomenti quindi potranno essere numerosi ma non illimitati, col rischio di lasciare fuori ambiti molto specifici (es. “droni”)
  • è un modello concentrico sicchè potrebbe risultare poco efficace se l’insieme degli attori in gioco (Animatori e Team su di tutti) non collaborano o lo fanno in modo sporadico (ipotesi non remota)
  • alcuni docenti, nel range di argomenti “forti”, potrebbero non rintracciare ambiti a loro utili, poichè già in possesso di determinate competenze (penso ad esempio all’uso di piattaforme didattiche e cloud, oggi piuttosto in uso da parte di un buon numero di docenti). Questo aspetto potrebbe essere superato, ovviamente, con la formazione a titolo personale, ed in effetti il Modello 3 S viene pensato per grandi numeri e su vasta scala.

Conclusioni

In conclusione possiamo affermare che, al di là dei modelli eventualmente usati nei prossimi percorsi di formazione per i docenti, si avverte un certo caos nell’attuale momento formativo (per altro meritorio) messo in campo dal Miur. Tale confusione, se non disciplinata, potrebbe non solo offrire il fianco a situazioni opache assolutamente inopportune per la pubblica amministrazione ma, quello che è peggio, potrebbe lasciare delusi moltissimi docenti che sinora con entusiasmo e dedizione si sono mostrati disponibili ad aggiornare le loro professionalità.

Emiliano Onori

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Mi chiamo Emiliano Onori, sono insegnante di italiano e latino e formatore. Vivo nella provincia di Perugia ma insegno in quella di Arezzo. Leggi tutto

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