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Approfondimento su MLTV ovvero Rendere Visibile l’Apprendimento

L’approccio MLTV mira a rendere “visibili” e “concrete”

le dinamiche con cui apprendiamo!

MLTV CHE VUOL DIRE: Partiamo dall’acronimo: “Make Learning and Thinking Visible” ovvero “Rendere Visibile Pensiero e Apprendimento”. Ma di che si tratta? In breve: l’MLTV è un approccio didattico che, tramite strategie cooperative e per lo più laboratoriali, mira a rendere gli studenti più consapevoli dei processi di pensiero che mettono in atto quando apprendono. Tali processi di pensiero, generalmente inconsapevoli, prendono il nome di “routine”, vale a dire “dinamiche”, l’MLTV mira proprio ad esplicitare queste dinamiche implicite per aumentare consapevolezza e conoscenza.

ROUTINE: Ma che intendiamo in questo caso per “routine”? Essa è una dinamica, spesso implicita e inconsapevole, che mettiamo in atto quando, ad esempio, sperimentiamo un processo di apprendimento. Facciamo un esempio: stiamo ascoltando una musica, non ricordiamo il titolo della canzone, allora lo chiediamo a qualcuno, infine verifichiamo su google (o tramite app dedicate). Se ci pensiamo, questa è una semplice “routine” di pensiero, fatta di tre passi:

  1. ci penso da solo (ma non sono sicuro)
  2. lo chiedo a qualcuno vicino a me (ma ancora non sono sicurissimo)
  3. verifico da fonti attendibili (finalmente mi posso ritenere sicuro!)

Tali “routine” sono, come detto, per lo più inconsapevoli ma operano di continuo durante i nostri processi di apprendimento; talora sono efficaci, talaltra sono erronee se non dannose. In ogni caso, se non prestiamo attenzione a questi processi, li lasciamo agire in modo inconsapevole. L’MLTV mira, tra l’altro, ad “individuare” tali processi, ad “esplicitarli” mediante una descrizione e, perchè no, a “rappresentarli” tramite una documentazione. Ma cerchiamo di vedere come tutto questo possa avere ricadute didattiche.

SUBITO UN ESEMPIO: Piuttosto che continuare la descrizione teorica dell’MLTV facciamo subito l’esempio di una “routine” di pensiero che prende il nome di: “THINK-PAIR-SHARE” che in italiano potremmo rendere con “PENSA-CONFRONTATI-CONDIVIDI”, eccone una semplice rappresentazione grafica (volendo anche da stampare):

THINK-PAIR-SHARE: Come usare in classe questa “routine”? Semplice; si propone un nuovo argomento, ad esempio il “ciclo delle stagioni” e si chiede agli studenti di pensare a questo fenomeno e provare, in autonomia, a spiegarlo; dopo una breve attività di pochi minuti si chiede il “PAIR” ossia il confronto con un compagno di classe, anche qui per un tempo molto breve. Infine si invitano gli studenti a “SHARE” ossia a condividere. Quando applicare questa “routine”? Per esempio durante l’introduzione di un nuovo argomento che magari solo in parte è noto. Grazie a questo approccio, gli studenti sono chiamati a dare loro una spiegazione (non ad ascoltare passivamente quella dell’insegnante).

VANTAGGI DELLE ROUTINE: Quali sono i vantaggi dell’impiego delle “routines”? Molteplici, ovviamente in base alle loro diverse caratteristiche ed obiettivi. Tuttavia la loro implementazione ha una serie di vantaggi costanti: gli studenti sono chiamati a pensare con la loro testa e a confrontarsi sempre con gli altri, in tal modo verranno abituati sin da piccoli alla molteplicità dei punti di vista e, possibilmente, al loro rispetto.

ALTRA ROUTINE: WHAT MAKES YOU SAY THAT (COSA TE LO FA DIRE): Ma vediamo un altro esempio di “routine” ossia quella chiamata “WHAT MAKES YOU SAY THAT”. Tramite questa “dinamica”, qui graficamente rappresentata:

gli studenti sono invitati a svolgere due compiti tutto fuorchè banali: il primo è descrivere cosa vedono (oppure cosa intendono) ed il secondo è dare una motivazione al fenomeno percepito. Tale “routine”, in un certo senso, “costringe” gli studenti ad esplorare evidenze ed argomentazioni utili a giustificare la loro posizione ed il loro punto di vista. Anche qui, dunque, abbiamo un duplice vantaggio: far sforzare gli studenti a descrivere un fenomeno (non semplicemente ad osservarlo) e, cosa ben più impegnativa, a spiegarlo!

APPROCCIO MLTV: Si comprende quindi che l’approccio MLTV è generalmente molto operativo, laboratoriale, cooperativo e, entro i limiti del possibile, potenzialmente metacognitivo. Affiancare l’MLTV ad altre pratiche e metodologie didattiche può dunque ampliare non solo le possibilità di inclusione di tutti gli studenti di una classe (che di certo avranno strategie di studio e riflessione diverse) ma anche favorire dinamiche di rappresentazione dell’apprendimento non sempre presenti nella pratica didattica quotidiana di tutti i docenti.

I PILASTRI DELL’APPROCCIO MLTV: Per chi fosse interessato alle origini di questo approccio, che per altro è anche una delle idee delle Avanguardie Educative Indire (qui la pagina di approfondimento) possiamo dire che trae spunto dagli studi, condotti sul finire degli anni 90, da gruppi di ricerca statunitensi, in particolare dal framework “Making Learning Visible” all’interno del Project Zero dell’Università di Harward (qui un approfondimento) e dal framework “Visible Thinking”. Il primo (“Make Learning Visible”) metteva l’accento in particolare sul ruolo della “documentazione” scolastica anche come occasione metacognitiva, il secondo (“Visible Thiking”) spostava l’attenzione sulle “routine” cognitive intese come veri e propri strumenti per l’organizzazione e la strutturazione dei processi cognitivi.

LE STRATEGIE: Ma quali strategie generali utilizza l’approccio MLTV? Potremmo riassumerle così:

  1. accrescere la capacità degli studenti di imparare insieme
  2. progettare compiti coinvolgenti e sfidanti
  3. favorire sempre la conversazione e il confronto reciproco
  4. formare gruppi intenzionali
  5. stimolare strategie di lavoro individuale, per piccoli gruppi, per grandi gruppi (classe)

CONCLUSIONI: Naturalmente ci sarebbe molto altro da dire sull’MLTV, in particolare sugli innegabili vantaggi che il suo impiego comporta specie in termini di ascolto dell’altro, confronto tra pari e costruzione autonoma del sapere, aspetti che approfondiremo in un contributo successivo.

VIDEO: Qui di seguito un interessante video da Indire che spiega, per sommi capi, il senso dell’MLTV

CONTATTI: Per approfondire o organizzare un corso sull’MLTV e chiedere ulteriori informazioni scrivere al formatore Emiliano Onori all’indirizzo info@designdidattico.com

Emiliano Onori

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Mi chiamo Emiliano Onori, sono insegnante di italiano e latino e formatore. Vivo nella provincia di Perugia ma insegno in quella di Arezzo. Leggi tutto

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