LE CALCOLATRICI CASIO SUL TUO PC, PER SUPPORTARE LA DIDATTICA A DISTANZA
TOKYO, August 6, 2020 – CASIO Computer Co., Ltd., allunga il periodo di prova gratuito dei software emulatori delle calcolatrici scientifiche e grafiche: docenti e studenti possono ottenere una nuova licenza valida fino al 31 dicembre 2020 o prolungare la licenza già in uso fino a tale data. Estendendo il periodo di prova gratuito delle licenze, normalmente pari a 3 mesi, CASIO intende offrire il proprio supporto a insegnanti e ragazzi costretti dalla pandemia a sperimentare un nuovo modo di vivere la Scuola, quello della didattica a distanza.
I software emulatori CASIO riproducono sul PC le funzioni delle calcolatrici scientifiche e grafiche, dimostrandosi perfetti alleati di docenti e studenti anche in un momento particolare come questo. Prima dell’incontro con gli studenti è utile infatti per preparare le lezioni, mentre durante le video lezioni permette di mostrare le schermate e i singoli passaggi, guidando i ragazzi alla scoperta dei fenomeni matematici e fisici.
Per scaricare il software, è necessario collegarsi a questo link e seguire la procedura in allegato, avendo cura di scegliere quella adatta alle proprie esigenze:
1) chi intende scaricare per la prima volta il software emulatore della calcolatrice grafica FX-CG50
2) chi intende prolungare la scadenza del software emulatore della calcolatrice grafica FX-CG50, precedentemente installato;
3) chi intende scaricare per la prima volta il software emulatore della calcolatrice scientifica CLASSWIZ FX-991EX;
4) chi intende prolungare la scadenza del software emulatore della calcolatrice grafica CLASSWIZ FX-991EX, precedentemente installato.
Quello di Arte è felice di presentarvi il primo manuale di Storia dell’Arte in Podcast. Contenuti veloci; 140 contributi audio; 15 ore di programmazione; un’arco temporale di migliaia di anni dalla Preistoria alla Transavanguardia. Tutto gratis e a portata di click.
Cosa aspetti? Ascoltali tutti!
Ricordati di salvare questa pagina tra i preferiti oppure sulla Home del tuo cellulare. Puoi seguire il podcast su iTunes, Spotiyfy, GooglePlay o sul tuo player preferito. Scarica i file audio da Spreaker e monta la tua compilation. Puoi usare il manuale Walkman nei modi più diversi e ogni contenuto audio, nella sua descrizione, ha il link per la sua pagina dedicata dove potrai trovare tutte le immagini che servono per conoscere la Storia dell’Arte,
Scegli qui sotto il periodo che più ti piace e ascolta i podcast.
La sesta compilation di Quello di Arte vi racconta il Novecento. Dal Liberty fino alla Transavangurdia. Il giardino della modernità dove accade una Storia dell’Arte fluida, in continuo cambiamento.
Dalla fine del Settecento e per tutto l’Ottocento ci sono grandi novità che porteranno l’arte a essere veramente innovativa. In questa Compilation troverete la Storia dell’Arte in Podcast di due secoli guidati dalla sperimentazione su tutti i campi.
La quarta compilation delle puntate di Walkman vi racconta la storia dell’arte dalla grande pittura veneta al manierismo fiorentino e dal Barocco fino al Rococò. Siete pronti all’esagerazione?
La terza Compilation di Quello di Arte vi porta alla riscoperta dell’Umanesimo. Giotto, Lorenzetti, Brunelleschi, Donatello, Masaccio, Alberti, Piero della Francesca, Antonello da Messina, Botticelli, Leonardo, Michelangelo e Raffaello. La rinascita dell’Arte!
La seconda Compilation di Walkman vi racconta la Storia dell’Arte di Roma Antica, il Paleocristiano, l’arte Bizantina e Barbarica, il Romanico, il Gotico e l’uscita dal Medioevo. Anni molto più luminosi di quel che si dice “secoli bui”.
Ecco la prima Compilation di Quello di Arte. Tutti gli audio di Walkman da ascoltare per godervi un po’ di Storia dell’Arte. La preistoria, le civiltà mesopotamiche, gli Egizi, i Greci e gli Etruschi. L’arte inizia da qui!
I videogiochi vanno al museo, anzi, ci tornano. Dopo le esperienze di Past For Future e Father and Son, due avventure grafiche ambientate rispettivamente al Museo Nazionale Archeologico di Taranto e al Museo Archeologico di Napoli, il developer Tuo Museo unisce le forze con Sillabe SRL e le Gallerie degli Uffizi per un nuovo videogame, The Medici Game – Murder at Pitti Palace. Questa volta, l’azione si svolge a Palazzo Pitti, residenza storica della famiglia Medici a Firenze, e ci chiede di risolvere un mistero che dura da secoli sullo sfondo di una guerra tra sette e fitte simbologie esoteriche.
Il trailer del gioco. I testi di The Medici Game sono tutti in italiano, ma quando lancerete il gioco la prima volta saranno settati in inglese – dovrete selezionare la nostra lingua manualmente dalle opzioni.
Prima novità del gioco rispetto ai titoli passati, The Medici Game salta nel mondo del 3D. Infatti controlleremo la nostra alter ego, la giovane storica dell’arte Caterina, con una visuale da dietro le spalle e potremo visitare le sale di Palazzo Pitti guardandoci tutto attorno. L’effetto è notevole su cellulare, anche se la grafica ogni tanto mostra qualche sbavatura e incertezza nei movimenti, oppure con la “telecamera” che mostra Caterina quando si sposta tra un’area e l’altra della stessa stanza.
Caterina si introduce di soppiatto nel museo fiorentino in un giorno speciale, il 20 di maggio: una data che riecheggia durante tutta l’avventura, in cui dovrà (e dovrete) dipanare una matassa molto imbrogliata. Ogni stanza del museo contiene infatti degli enigmi che dovrete risolvere con materia grigia, astuzia e esplorando per bene tutto quello che c’è attorno a voi. Purtroppo, al contrario di quanto succedeva nei due giochi precedenti (anche se molto più semplici e in 2D) non è possibile esaminare le opere d’arte esposte nelle sale del gioco.
Uno degli enigmi più ostici del gioco: un piccolo suggerimento: notate che gli oggetti sul tavolo sono colorati.
I puzzle ricordano molto lo stile di avventure come Myst oppure, su mobile, la serie The Room. Ci sono quadri da ricomporre (ricordano il gioco del “25”), oppure scoprire come posizionare le lancette di un orologio per aprire una porta, o ancora posizionare degli oggetti su un vassoio in un ordine preciso. I primi enigmi sono abbastanza semplici, ma non temete: dopo qualche stanza, la curva della difficoltà sale come un ottovolante e non ci sorprenderebbe scoprire che passerete anche qualche dozzina di minuti per capire come risolvere alcuni di questi puzzle.
Proseguiamo la nostra rassegna di attività didattiche da svolgere in modalità BYOD (bring your own device cioè porta il tuo dispositivo) con un breve spunto didattico da realizzare con:
smartphone
bot di Zanichelli via messenger (richiesto account facebook)
…curiosità per il lessico italiano!
L’attività è molto semplice. Zanichelli mette a disposizione nella propria pagina un chatbot al quale sarà sufficiente ricevere un nostro messaggio via messenger recante la parola di cui vogliamo sapere il significato. Ad esempio: che cosa è un chatbot?
Ecco la risposta che otterremo:
chatbot
chatbot – sostantivo
“Chatbots are the new apps,” said Microsoft’s CEO Satya Nadella earlier this year.
Google has announced that it has acquired chatbot technology outfit API.AI in a bid to challenge Facebook and Microsoft.
It took less than 24 hours for Twitter to corrupt an innocent AI chatbot.
Forse ricorderete di aver sentito parlare, la scorsa primavera, del chatbotdi Microsoft di nome Tay progettato per somigliare a una ragazza in grado di chattare con un essere umano. Il bot è stato zittito poche ore dopo il lancio perché gli utenti di Twitter gli avevano insegnato a fare commenti razzisti e misogini.
Un chatbotè un software creato per simulare una conversazione, specialmente sul web. Senz’altro in casa Microsoft si sta già lavorando a una nuova versione che non solo sarà insensibile agli scherzi umani ma probabilmente somiglierà a noi in maniera impressionante. Nel frattempo l’azienda di Redmond ha lanciato un altro bot, Murphy, che crea fotomontaggi in base alle domande degli utenti del tipo ‘What if…’, ovvero ‘supponiamo che’: ‘What if Donald Trump was the Pope?’ Ah, meraviglie della tecnologia!
Origini del termine
Chatbot, formato dalla fusione di chat o chatter e bot, forma abbreviata di robot, fu coniato negli anni Novanta.
Le implicazioni didattiche sono molteplici (sempre a patto di avere un account facebook), ma soprattutto potremmo far capire ai ragazzi che lo smartphone, con le app giuste, può divenire un ottimo strumento di lavoro!
Per organizzare workshop intensivi o corsi di formazione o sul’uso didattico delle app per smartphone scrivere a info@designdidattico.com
È possibile studiare, e documentare, il proprio territorio mediante lo smartphone? Assolutamente sì! Con le app giuste lo smartphone diviene un ottimo strumento didattico. L’app Steller permette, ad esempio, di documentare mediante foto, video e testi un qualunque evento/territorio/esperimento. L’effetto finale, simile a Instagram, è quello di un mini sito web completamente sfogliabile da smartphone.
Ecco un esempio:
Nel workshop dedicato agli studenti, ma anche agli insegnanti curiosi, vedremo passo passo come realizzare un semplice reportage tramite l’app Steller, che dovrà pertanto essere già installata nello smartphone e dovrà essere perfezionata l’iscrizione al sito!
Per l’evento è stata anche creata una classe Edmodo (codice: qcqhm7) a cui è facoltativo iscriversi!
Da qualche tempo ci stiamo occupando della Didattica delle Lingue e Discipline Classiche. Uno dei nostri assunti è stato: a dispetto della innovazione cui è andata incontro la didattica di molte discipline (scienze, lingue, arte, etc.), il modo di insegnare le materie classiche è spesso (non sempre per fortuna!) rimasto pressochè invariato. In particolare per quanto concerne l’insegnamento della grammatica, in misura minore della letteratura e storia.
Oggi vediamo un modo tutto sommato semplice di coinvolgere gli studenti nello studio dei reperti archeologici: la realizzazione di un vero e proprio Museo Virtuale (ecco un esempio sull’arte greca, e qui un secondo esempio), tramite siti web ad hoc (ad esempio www.emaze.com)
Di seguito un sintetico schema di progettazione dell’attività:
Idea di fondo: nello studio del fenomeno storico il reperto archeologico è un dato essenziale, tuttavia è spesso posto in secondo piano tanto nello studio della storia antica quanto in quello delle letteratura. Il dato artistico, o anche solo documentario, è tuttavia fondamentale per comprendere il complesso ambiente culturale del mondo classico.
Progetto/Prodotto da realizzare: si possono prevedere tre soluzioni, a impatto tecnologico crescente; il primo è una semplice presentazione (stile Powerpoint) che illustri alcuni dei reperti archeologici presenti nei libri di testo; il secondo è la realizzazione di un museo virtuale mediante il sito emaze.com (ecco un esempio sull’arte greca, e qui un secondo esempio) o tramite sfogliabile dal sito calameo.com; il terzo è un prodotto ibrido: un cartellone con immagini stampate dei reperti, corredati da QR code che rimandino, ovviamente online, alle descrizioni dei reperti oppure l’utilizzo di app per realtà aumentata (WallaMe). In questo contesto non ci interessano le modalità di realizzazione pratica delle singole proposte. Ecco come potrebbe apparire un lavoro (sull’Impressionismo):
Requisiti: conoscere in modo generale il concetto di reperto archeologico e in modo dettagliato i 4/5 reperti riportati nel progetto (e desunti dal libro di testo)
Obiettivi Didattici: conoscere in modo generale il concetto di archeologia e reperto; conoscere in modo dettagliato i singoli reperti studiati
Obiettivi Trasversali: saper lavorare in gruppo; saper selezionare le informazioni utili ad individuare e “citare” un reperto
Fasi di lavoro in classe: il docente illustra il concetto di archeologia e reperto; mostra i reperti su cui impostare il lavoro
Fasi di lavoro a casa: si elabora un “museo” virtuale mediante una delle forme proposte
Tempi: per un lavoro di tal genere, ipotizzando lo studio di almeno 4/5 reperti occorrono dalle 2 alle 3 settimane, 4 se il lavoro coinvolge l’applicazione dei QR code e/o della realtà aumentata. E’ opportuno prevedere una scadenza mediana in itinere per verificare l’avanzamento dei lavori
Consegne: una delle forme previste: 1. powerpoint 2. museo virtuale online 3. cartellone “aumentato” con QR code
Valutazione: per la valutazione è possibile procedere con rubric appositamente predisposte oppure tramite elaborato a risposte aperte (o chiuse) sugli obiettivi didattici su esposti
Vantaggi: il vantaggio di un lavoro di questo tipo è innanzi tutto quello di focalizzare l’attenzione sul tema archeologico, molto spesso posto in secondo piano sia nello studio della storia che della letteratura; in secondo luogo il vantaggio è far conoscere agli studenti modalità di tagging come i QR code e la realtà aumentata, che sarà sempre più presente anche nel settore Education
Conclusioni
Questo tipo di approccio allo studio è fortemente “attivo” poichè coinvolge gli studenti nella realizzazione pratica di un prodotto, che potrebbero anche aver già visionato online. Avvicinare archeologia a concetti come QR code e realtà aumentata è anche un modo interessante per parlare di valorizzazione “tecnologica” dei beni culturali.
Suggerimenti
Per chi fosse rimasto affascinato dal precedente video (che ritrae un museo virtuale realizzato tramite web app emaze.com) ecco un efficace video tutorial
Per organizzare workshop intensivi o corsi di formazione o su questo tema scrivere a info@designdidattico.com
Chi ha detto che lo smartphone è solo una fonte di distrazione o, al più, di intrattenimento? Se usato in modo corretto e con le giuste applicazioni (esattamente come i libri!) può diventare un ottimo strumento didattico. Per esplorare alcune potenzialità dello smartphone chiameremo a raccolta proprio gli studenti, a Lucca in occasione di Futura 2019.
Durante il workshop STUDENTS MATTER di venerdì 8 novembre ore 16.00 vedremo una serie di applicazioni didattiche centrate sulla REALTA’ AUMENTATA particolarmente utili e spettacolari, in particolare:
3DA Vinci: esploreremo le opere di Leonardo mediante la realtà aumentata
Google Arts & Culture: visiteremo i più bei musei del mondo ricostruiti da Google
Corpo Umano Maschile (e Femminile) 3d: vedremo come è fatto il corpo umano
Smartify: ci faremo aiutare a riconoscere un’opera d’arte mediante l’app
Google Lens: “leggeremo” la realtà con gli occhi dell’intelligenza artificiale
Atom AR: vedremo la struttura atomica di Idrogeno, Carbonio e Ossigeno
Mappa Stellare: riconosceremo le costellazione tramite smartphone
Ad essere invitati saranno gli studenti ma anche i docenti saranno i benvenuti! Ovviamente occorre portare lo smartphone con le APP sopra citate già installate.
Per l’evento è stata anche creata una classe Edmodo (codice: qcqhm7) a cui è facoltativo iscriversi!
Proseguiamo la nostra rassegna di attività didattiche da svolgere in modalità BYOD (bring your own device cioè porta il tuo dispositivo) con un breve spunto didattico da realizzare con:
smartphone
bot di Zanichelli via messenger (richiesto account facebook)
…curiosità per il lessico italiano!
L’attività è molto semplice. Zanichelli mette a disposizione nella propria pagina un chatbot al quale sarà sufficiente ricevere un nostro messaggio via messenger recante la parola di cui vogliamo sapere il significato. Ad esempio: che cosa è un chatbot?
Ecco la risposta che otterremo:
chatbot
chatbot – sostantivo
“Chatbots are the new apps,” said Microsoft’s CEO Satya Nadella earlier this year.
Google has announced that it has acquired chatbot technology outfit API.AI in a bid to challenge Facebook and Microsoft.
It took less than 24 hours for Twitter to corrupt an innocent AI chatbot.
Forse ricorderete di aver sentito parlare, la scorsa primavera, del chatbotdi Microsoft di nome Tay progettato per somigliare a una ragazza in grado di chattare con un essere umano. Il bot è stato zittito poche ore dopo il lancio perché gli utenti di Twitter gli avevano insegnato a fare commenti razzisti e misogini.
Un chatbotè un software creato per simulare una conversazione, specialmente sul web. Senz’altro in casa Microsoft si sta già lavorando a una nuova versione che non solo sarà insensibile agli scherzi umani ma probabilmente somiglierà a noi in maniera impressionante. Nel frattempo l’azienda di Redmond ha lanciato un altro bot, Murphy, che crea fotomontaggi in base alle domande degli utenti del tipo ‘What if…’, ovvero ‘supponiamo che’: ‘What if Donald Trump was the Pope?’ Ah, meraviglie della tecnologia!
Origini del termine
Chatbot, formato dalla fusione di chat o chatter e bot, forma abbreviata di robot, fu coniato negli anni Novanta.
Le implicazioni didattiche sono molteplici (sempre a patto di avere un account facebook), ma soprattutto potremmo far capire ai ragazzi che lo smartphone, con le app giuste, può divenire un ottimo strumento di lavoro!
Per organizzare workshop intensivi o corsi di formazione o sul’uso didattico delle app per smartphone scrivere a info@designdidattico.com
Quante volte si sente parlare (male!) dello smartphone a scuola? Molte! Oggi andiamo in controtendenza mediante il video tutorial di una app per smartphone e tablet che serve a documentare progetti fotografici. L’app è Steller, gratuita e disponibile per Android ed Apple. Di che si tratta? Steller è una sorta di Instagram con le pagine. Mediante pochi passaggi si può creare una foto o video storia da pubblicare online. Scopi didattici? Molti, nell’ordine:
fare media education, vale a dire insegnare un uso accorto (formativo e non solo di intrattenimento) dello smartphone
documentare e pubblicare un evento come: esperienza di laboratorio, viaggio istruzione, spettacolo teatrale
scrivere storie, anche di finzione, secondo la metodologia del digital storytelling
Ovviamente gli usi possono essere molti altri! Ecco ora un semplice tutorial che ci guida passo passo all’uso di Steller!
Bentornata Lavagna Interattiva Multimediale! Dopo anni di silenzio ecco tornare a nuova vita le nostre care vecchie Lim! Perchè? Semplice: grazie agli strumenti messi a disposizione gratuitamente dal web (tecnicamente web app!) le Lim possono tornare ad essere un formidabile strumento didattico. Uno dei loro limiti infatti è sempre stato il software proprietario (le cui licenze scadevano oppure non erano compatibili coi nuovi sistemi operativi). Ora il problema non esiste più, tutte le app più interessanti infatti sono gratuite e disponibili via browser, anche per le lim più datate!
Cosa è possibile fare? Ecco una serie di esempi:
Creare immagini interattive
Allestire giochi didattici
Strutturare mappe geografiche
Raccontare storie con il digital storytelling
Creare video didattici
…e molto altro!
Si organizzano dunque corsi di formazione e workshop per tornare a scoprire il potenziale didattico della Lim!
Informazioni:
Prerequisiti: connessione a internet e navigazione web
Logistica: aula con lim e connessione internet
Tempi: consigliati almeno 3 incontri da 3h. Ogni incontro illustra un argomento quindi è possibile organizzare da 3 a 5/6 incontri
Costi: equiparati ai compensi pon
Argomenti: da concordare con la scuola in base agli obiettivi e al ptof
Ordine di scuola: tutti, con particolare riferimento per infanzia e primaria
Per maggiori informazioni: info@designdidattico.com