(da Indire)
“Sillabi” è uno dei percorsi dell’iniziativa Indire PATHS (A Philosophical Approach to THinking Skills) che ruota intorno alla didattica per competenze in filosofia. Il suo obiettivo è quello di approfondire la relazione tra l’acquisizione di conoscenze filosofiche (autori e testi) e lo sviluppo di competenze filosofiche e trasversali, sperimentando, così, un approccio innovativo per l’apprendimento della filosofia.
Per aiutare i docenti nell’adozione di questo percorso sperimentale, l’Indire ha organizzato due webinar “Sillabi di filosofia: motivazioni, spunti normativi, idee-guida, esempi. Presentazione di uno strumento di programmazione dell’attività didattico-formativa” che si svolgeranno nelle giornate di martedì 19 e venerdì 22 maggio dalle ore 11:00 alle ore 12:00.
Gli incontri online saranno condotti da Franco Gallo (Dirigente Tecnico USR Lombardia), Carla Guetti (DG Ordinamenti del Ministero dell’Istruzione) insieme ai ricercatori Indire Samuele Calzone e Matteo Borri.
L’incontro online è aperto a tutti, ma è necessario iscriversi (entro e non oltre le ore 21 del giorno precedente l’evento al quale si vuole partecipare) inviando un’ e-mail all’indirizzo paths@indire.it specificando:
Ogni docente riceverà l’invito col relativo link per accedere al webinar nell’ora preferita. Eventuali ulteriori date saranno comunicate direttamente sulla piattaforma PATHS.
Emiliano Onori
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Si organizzano Corsi di Formazione, Seminari e Workshop su Didattica per Competenze. Possono essere realizzati in 4/8/12h. Verrà illustrata la normativa connessa alle competenze, esempi di unità di apprendimento per competenze e verranno realizzati percorsi per competenze sulla base delle esigenze delle singole scuole.
Di seguito alcuni spunti (clicca sul titolo per aprire)
Didattica per Competenze: un approccio per portarla in classe
Didattica per Competenze: le sequenze narrative (ITALIANO)
Didattica per Competenze: il falso mito delle Competenze Contro Conoscenze
PON su #Agenda #2030 e #Competenze #Digitali
DigComp (Competenze Digitali): è arrivata l’ora di farlo entrare in classe
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Nei nostri precedenti contributi abbiamo visto come implementare una didattica per competenze (qui l’articolo) e un esempio concreto su come trattare il tema delle “sequenze narrative” di italiano (secondaria primo e secondo grado) (qui l’articolo).
Dai feedback ricevuti via mail e via social appare tuttavia molto frequente la falsa opposizione tra “conoscenze” e “competenze”, come se l’una cosa escludesse l’altra. Ovviamente così non è, ma cerchiamo di capirlo meglio.
Qualunque forma di didattica non può prescindere dai contenuti e dalle conoscenze, siano esse apprese in modo formale (tramite studio autonomo) o informale, in ogni caso senza contenuti, è bene ribadirlo, non esiste competenza. Al limite può sussistere una abilità, ma di certo NON una competenza.
Proviamo a fare un esempio tratto dalla realtà di tutti i giorni. Chi è appassionato di cucina può conoscere a memoria una ricetta di una crostata (conoscenze), ma senza l’abilità di impastare e fare i bordi (operazione non facile!!!) connessa alla volontà di realizzare questo dolce e all’esperienza del contesto (che nel nostro esempio potrebbe essere relativa all’uso dei forni e dei tempi di cottura), non è certamente in grado di sfornare una crostata degna di questo nome. Ricapitolando dunque per essere “competenti” nel fare una crostata serve saper orchestrare questi “ingredienti”:
Questo ci fa capire due cose:
Ora quindi la domanda potrebbe essere: ma se è tutto così evidente (e, almeno sul piano teorico, tutto così semplice), perché mai cadere nella miscredenza e nella falsa opposizione tra contenuti e competenze? Le risposte possono essere molte. Eccone alcune:
In conclusione cosa dire? Di certo la Didattica per Competenze è una risposta seria, pedagogicamente solida, al cambio di paradigma che negli ultimi venti anni abbiamo vissuto e stiamo vivendo. Essa non si comprende se non si ha ben presente che da almeno venti anni la realtà, non solo scolastica, è cambiata radicalmente, e con essa le richieste del mondo del lavoro, della formazione, della cittadinanza attiva e pure del vivere civile.
Di certo la Didattica per Competenze non è né una panacea né l’unica soluzione possibile al mutare del contesto, tuttavia ad oggi appare una delle soluzioni più interessanti e meritevoli di sperimentazione che si sia vista all’orizzonte.
Emiliano Onori (docente e formatore)
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In un precedente articolo abbiamo visto come portare la Didattica per Competenze in aula (qui il riferimento). Qui vedremo invece un esempio concreto.
L’idea
Dato che l’argomento legato alle sequenze narrative è uno dei più affrontati al biennio della secondaria di secondo grado (ma anche di primo), vista la sua importanza, perchè non renderlo meno teorico e più pratico mediante un approccio operativo? Ad esempio:
Siamo la redazione Einaudi. Abbiamo ricevuto le bozze di uno scrittore di racconti per ragazzi. Tuttavia il target di riferimento non sono adolescenti di 14/16 anni ma ragazzini di 8/10. Problema: dobbiamo rivedere molte “sequenze narrative” per renderle accessibili ad un pubblico di preadolescenti
Competenze coinvolte
L’implementazione in aula
Come favorire questo approccio “per problemi”?
FASE 1: Innanzi tutto è opportuno selezionare brani, da libro di testo, che possano prestarsi ad una riscrittura; pensiamo a scelte antologiche di Calvino, ad esempio, sempre molto presenti nei testi di scuola. A quel punto l’insegnante, dopo una brevissima spiegazione delle sequenze (brevissima altrimenti siamo sempre all’interno della lezione frontale), invita gli alunni a individuare le sequenze presenti nei brani originali. Questo momento serve per mettere subito in pratica quanto appreso e, anzi, per apprendere facendo (learning by doing).
FASE 2: Ora la classe è (più o meno!) pronta per una ri-scrittura; il docente individua alcuni brani e chiede di modificarli perchè divengano accessibili ad un pubblico di ragazzini. Quindi, ad esempio, una lunga sequenza descrittiva può essere suddivisa in più sequenze, magari caratterizzate da un lessico più semplice e comprensibile. In tal modo non si lavoro solo sulle sequenze ma anche su sintassi e lessico. L’insegnante assegna alcuni brani identici per tutti, altri diversi. Si consiglia di far lavorare gli studenti in gruppo, ovviamente con la supervisione del docente (che, verosimilmente, affiancherà massimo 1 o 2 gruppi durante il lavoro).
FASE 3: Terminata la ri-scrittura, si dà lettura dei brani. Qui ciascun gruppo motiverà le proprie scelte e gli altri gruppi avanzeranno eventuali dubbi, osservazioni, critiche.
La valutazione
Come valutare questo tipo di lavoro? Il docente potrebbe predisporre una rubric su quattro livelli:
-livello 1: non ancora raggiunto
-livello 2: raggiunta competenza base ma con aiuto del docente
-livello 3: competenza raggiunta in autonomia
-livello 4: competenza raggiunta mediante riflessione personale, motivata e critica
E gli indicatori di tale rubric potrebbero essere:
– Individuazione delle sequenze
– Riscrittura delle sequenze
– Uso/modifica del lessico appropriato
Qui la rubric scaricabile e modificabile
Consigli
Ecco alcuni consigli per chi volesse sperimentare questo approccio:
Laboratorio
E’ possibile far svolgere il lavoro proprio sull’incipit de “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino, qui scaricabile in pdf.
Conclusioni
Naturalmente questo non è che uno dei tanti modi di far lavorare per competenze. In cosa si differenzia dalla didattica tradizionale:
A breve altri esempi per altre discipline.
Emiliano Onori (docente e formatore)
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Si parla sempre più spesso di Didattica per Competenze, ma il problema è come portarla in aula, vale a dire quale metodo impiegare per non “travestire” da competenze una didattica “tradizionale”. I metodi sono molti, come pure i testi teorici che predispongono protocolli ed approcci. Qui ne vedremo uno particolarmente snello.
Innanzi tutto: fare Didattica per Competenze non significa solo far svolgere Compiti per Competenze, questo è un equivoco che andrebbe immediatamente sgombrato dal campo d’azione. Uno degli errori, infatti, più frequenti di chi si avvicina all’approccio per competenze è quello di fare lezione in modo tradizionale, valutare in modo tradizionale ma pretendere una prova per Competenze. Un approccio così ibrido e potenzialmente squilibrato rischia di portare al fallimento.
Si consiglia a tal proposito un approccio “totale” (ancorchè impegnativo e complesso) alla Didattica per Competenze, il che significa:
Come? Ecco alcune idee:
Naturalmente questo discorso non esaurisce (anzi, al limite introduce!) il tema, vasto e complesso, della Didattica per Competenze. Tuttavia ha lo scopo precipuo di mettere in guardia da un approccio parziale, e quindi spesso insufficiente, alla Didattica per Competenze.
Nei prossimi contributi vedremo esempi concreti di Didattica per Competenze.
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